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lunedì, dicembre 19, 2005

 

Per un Movimento Anticristiano

Alcune considerazioni sulla necessità di costituire un movimento per l'emancipazione della persona e per la liberazione sociale con il quale contrastare la dannosità della sub-cultura cattolica ancora oggi egemone in Italia.

di Sergio Martella


La telematica, lo sviluppo delle comunicazioni, della genetica e delle scienze conferiscono all'uomo un potere inedito e in parte sconosciuto riguardo la capacità di progettare il futuro. Il potenziale enorme di libertà che inevitabilmente accompagna ogni avanzamento della civiltà (un progresso senza libertà non è vera civiltà) è, tuttavia, anche la causa dell'insorgere di spinte reazionarie, violente e autolesive. La religione della croce, della colpa e del sacrificio è, come al solito, in prima fila a guidare la crociata di ritorno al medio evo nel privato e nell'oscurantismo; pur essendo l’ultima ad adeguarsi alle aperture di libertà e giustizia, esige per sé un ruolo egemone in ogni istituzione.

La chiesa di Roma si fa garante presso le ansie di controllo dei poteri forti della possibilità concreta di imbrigliare gli animi delle masse nella mediocrità della confusione. Paventa, nel caso di una riduzione sociale del proprio potere, l'emergere di forze anarchiche e rivoluzionarie ai danni del potere costituito. “Senza di me, senza una opportuna suggestione sui giovani” - dice la chiesa al potere economico – “non c'è più religione e nessuno garantisce l'obbedienza e il consenso ai partiti”. Le lotte di liberazione e di emancipazione del secolo appena passato sembrano dargli ragione.

Ecco, dunque, che oggi si parla di creazionismo come di un nuovo credo formativo nei programmi dei paesi più economicamente avanzati. Attenzione! Ciò che una parte del ciclo di produzione di profitto persegue non è tanto negare l'acquisizione storica dell’evoluzionismo, ma la pianificazione di un modo di fare scienza e progettazione genetica sull'uomo e sull'ambiente all'insaputa di una coscienza sociale ed estesa dell'uomo. È reale la necessità di sottrarre la progettazione dello sviluppo scientifico all’esclusiva logica del profitto e di estenderla a una partecipazione più estesa possibile della coscienza democratica dell'umanità. Si tende invece a rivalutare l'apporto storico di sovradeterminazione, appannaggio delle religioni, e applicarlo nel campo della programmazione umana. Si tenta di accreditare un modello di sviluppo che non tiene conto delle necessarie conseguenze di liberazione e di democratizzazione per tutti. Una parte della scienza si fa chiesa, fidando nell’invisibilità del potere economico e politico, secondo l’impalpabile consuetudine della santa madre vaticana all’esercizio del potere.

Il connubio tra potere e chiesa propone il credo al posto del sapere, il dominio in luogo del diritto. L'appartenere in qualità di risorsa umana a questo o quel potentato economico in luogo del giusto riconoscimento di valore per ciascuno e della rinnovata necessità di democrazia e partecipazione.

La millenaria prassi di asservimento della chiesa in ogni epoca diventa paradigma ufficiale e prescinde dal credito che la religione in sé riscuote nell'epoca attuale. Sorge il bisogno di rilanciare i programmi di educazione privatistici in mano alla religione, l'appalto di importanti segmenti di governo dei servizi dati in gestione alla chiesa; come, per esempio, la coordinazione dei flussi di nuovi schiavi (extra-comunitari), fonte di enormi profitti per le mafie (eserciti spuri per il controllo territoriale nei territori ai confine di Euroland) e per l’industria in vena di squilibri. In questi anni, grazie alle strutture amministrate dalla Caritas, giungono sui mercati della produzione di capitale legale e illegale centinaia di migliaia di persone senza diritti, al di fuori di un diretto coinvolgimento dello Stato. In questo modo la ricattabilità è garantita. Un flusso di uomini sempre sotto coercizione, connotati dalla fragranza di illegalità per statuto di impresa, in grado di influenzare il mercato del lavoro nelle società avanzate come risorsa a danno di altri lavoratori. Sempre la chiesa garantisce poi la tenuta sociale, predicando l'integrazione sotto l'unica bandiera del sacrificio, della carità, per un amore senza diritti e senza il riscatto della dignità. Entra in campo la sua scuola di ipocrisia e di falsità: su questa base si evita di fare chiarezza sulla deportazione in massa della carne da lavoro, di sfruttamento sessuale e di commerci illegali.

La chiesa cristiana rilancia la sua vocazione, proprio nel momento in cui la sua delegittimazione storica raggiunge l’apogeo. Prendere in esame questo stato di cose serve a capire quanto e in che modo la chiesa sia implicata nel progetto di asservimento nemico della civiltà. È possibile considerare quanto diffuse, sotterranee e profonde siano le complicità, l'impunità, le coperture e il sostegno che la chiesa cattolica, in particolare, gode da parte di chi oggi pianifica gran parte del governo globale. Accade così che una organizzazione del controllo sugli animi e sui corpi, che da tempo è ormai fuori dalla storia e che ha visto irrimediabilmente compromessa ogni credibilità culturale, rilanci il suo potere di influire nei destini dell'uomo mantenendo la posizione di dominio. Nonostante l'anacronismo di una presenza che nega la naturalezza degli affetti e il bisogno di felicità nell'uomo, la chiesa cattolica spadroneggia con apparente disinvoltura fino ad occupare i posti tradizionalmente riservati allo stato, sui muri delle scuole, nei tribunali, in tutti i canali dell'informazione, sulla stampa, senza eccezione. La dimostrazione più coerente che una tale egemonia nel sociale sia frutto di una pura malafede e non di una propensione naturale verso il sentimento religioso, risiede nel fatto che nessuno spazio è concesso, rigorosamente, alle ragioni della laicità nell’informazione o nelle scuole, sebbene le fonti della scienza, del rinascimento, le origini stesse dello Stato italiano siano improntate alla massima laicità.

La chiesa ostende le icone simbolo del suo credo antiumano. Le spoglie del figlio cristiano votate al mas-sacro per la salvezza dei peggiori in cui, evidentemente, si identifica la trinità familiare! Bella educazione da dare ai bambini d'Europa. Le nostre radici sono crociate con lo stesso diritto oggettivo con cui gli Europei possono dirsi eredi del fascismo e del nazismo. Altra cosa sono le tradizioni migliori, che si rifanno alla cultura greca e latina, o ai principi di uguaglianza della rivoluzione francese. Per i campioni del credo assoluto, la salvezza dell'uomo è da perseguire, non secondo la responsabilità di ciascuno, ma come conseguenza del rito sacrificale di un debole. Mors tua vita mea! Grande pedagogia per l'umanità ventura!

L'autodistruttività umana prospera e si diffonde a livello dei comportamenti privati che sfociano, aberranti, nella cronaca nera dei giornali o negli spettacoli del cannibalismo televisivo, come pure nell'impoverimento progressivo dei sistemi sociali di solidarietà, a vantaggio del cinismo e di un ulteriore accumulo di disagio e distruttività.

“Non ci sono più i valori di una volta”, si dice. I fatti dimostrano che quei valori sono ancora egemoni e sono i più sbagliati.

Ave Maria di Cogne, emblematica Madonna del presepe vivente della realtà cristiana in Italia. Cattolica fervente oltre ogni metafora. E le ragazze di Chiavenna, nutrite da un odio parrocchiale. Le ragazze di Foggia che uccisero l'amica compagna di scuola e di catechismo. Il masochismo estremo della madre di Erika, che fu educatrice catechista impenitente, tradita dalla componente boomerang del masochismo di una pedagogia del sadismo. I giovani divenuti assassini in nome di Satana, lo stesso demonio che il papa giura e spergiura essere in mezzo a noi, il cui copyright spetta unicamente alla chiesa!

La morale cristiana della croce è la causa della violenza più efferata e impunita mai concepita dall’uomo. La sua storia è una sequenza di eventi criminali la cui responsabilità è falsamente attribuita all’innata cattiveria dell’uomo: dai massacri degli esordi, alle inquisizioni, all’internamento nei ghetti reclusori, alle evangelizzazioni sanguinarie alla testa delle armi cristiane, con la distruzione di enormi patrimoni di cultura, fino ai più recenti roghi crematori, non ancora giustamente compresi, perché alimentati dall’antigiudaismo della civiltà cristiana.

Ancora oggi, un insegnamento sadico impone fin dal battesimo sui bambini l’esordio di una vita connotata dalla colpa. Dunque l’esistenza ha il significato di una espiazione? Si può raccogliere benessere quando si è seminato il male?

Nelle periferie più degradate, brodo di coltura del disagio, nelle bidonville, nei feudi della mafia, può forse mancare ogni sorta di servizio, ogni elementare senso della giustizia e della dignità; mai però in quei luoghi desolati è venuta meno la presenza pastorale della chiesa, il suo insegnamento imperniato nel significato perverso della croce; non manca certo la centralità principesca della parrocchia con gli ori e con i riti sanguinari, reiterati nelle icone e nelle pietose processioni, con i miti diretti a fomentare la credulità popolare, sempre incentrati sul sangue, sulle stimmate e sui peggiori istinti della morte familiare.

Le rappresentazioni della falsità, della sofferenza come valore a priori non sono presentate come esempi di sfogo dell’aggressività umana e degli istinti peggiori (che sarebbe una premessa per poterli trattare), ma vengono proposti rigorosamente in chiave di credo, di fede, di prescrizione e di norma morale da reiterare. Gli istinti peggiori e la falsità palese proposti come modello di santità!

Migliaia di preti pederasti nel mondo (solo in Italia sono rari da trovare!), fanno riflettere la morale della chiesa su come si possa essere ministri del dio dell'astinenza ed "essere veri uomini però". "Lasciate che i fanciulli vengano a me" disse, fra loro, il più abusato. Si sa, che ogni vampiro fu egli stesso, a suo tempo, vampirizzato.

Si tratta di infrangere la rimozione colossale che il marketing dei media impone sul sociale. Le coscienze oggi sopite vanno risvegliate. Ne va di mezzo la prospettiva di sopravvivenza della civiltà. Chi può dire fino a che punto ci si potrà spingere in questo perverso gioco a ritroso verso la crisi, la guerra e lo scontro planetario al limite del nucleare a cui sembra ci si stia rassegnando? Crociati, oscurantisti evoluti, contro i tradizionali barbari delle terre da sempre conquistate.

Non è data oggi aggressione che non sia anche autodistruttiva, nel modo più totale. L’azione civile deve ritornare ad essere una funzione del nostro progetto di vita. A cominciare dal ripristino del necessario rispetto verso le generazioni. Via il crocifisso dalle aule! Basta con l'esaltazione della morte come valore!

Si tratta di insegnare a vivere, educare alla diversità, liberare il corpo e la sessualità da ogni ipoteca di colpa. Se ogni nuovo nato è accolto come portatore di una macchia che va emendata, quale sarà il suo destino? Fin dai primi giorni, la vita perde la sua naturale valenza di opportunità e si profila come luogo implicito di purificazione!

E' davvero così distante dalla nostra cultura limitare l'evento della nascita di un bambino alla gioia e alla pura aspettativa di felicità, quella reale? Se il mondo è una nostra rappresentazione - e il mondo che ci riguarda lo è per certo - perché inculcare il male come valore a priori della vita? Quanto perversi e criminali sono gli esseri che si dicono credenti nei precetti cristiani?

È possibile ancora sminuire le responsabilità della pedagogia nera della religione, dire che, in fondo, non fanno del male? Il cristianesimo si è realizzato fin dalle origini nella falsità e nella violenza: dai tempi dell'imperatore, Costantino, che uccise moglie e figlio prima di fissare le istituzioni della chiesa nello Stato, fino all'ultima inquisizione mondiale (luterani & laterani associati). Basta con il cristianesimo e con i suoi fautori! Dobbiamo reagire contro la barbarie, vestita di peloso buonismo, capace di sconcertanti ammissioni di colpa e, al tempo stesso, di arrogante pretesa di mantenere l'egemonia nell'informazione, nell'economia, nell'etica, nell'educazione.

E' tempo di aprire un confronto diretto coinvolgendo la parte cosciente della società verso un obiettivo di ridimensionamento della chiesa di Roma, dello strapotere temporale che tuttora gestisce, entro i limiti di una pura opzione rituale. I simboli cristiani sono del tutto estranei agli ambiti del consorzio civile dove vigono le istanze di dignità umana, di igiene degli affetti e di responsabilità verso le esigenze di un mondo che appartiene a tutti e a ciascuno, secondo i dettami della parità dei diritti e della partecipazione nelle differenze. È tempo di unirsi in un movimento anticristiano.

Sergio Martella
www.arte-e-psiche.com
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sergio.martella@alice.it

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