paypal
Nome:
Località: Italy
Links
archives
axteismo

domenica, febbraio 26, 2006

 

Il parroco di Uruffe

Direttorio morale
:
Questo è l’ultimo Direttorio Morale che il Vernacoliere pubblica. Dobbiamo inchinarci ai tempi: si profila al mondo un patto nero tra teledipendenza e sfruttamento della superstizione religiosa che impone di abbandonare i misteri del confessionale, per tornare ad imbracciare le armi della critica. Però prender commiato dai lettori stringe il cuore; intenerisce pensare ai cultori del sacro che rimarranno orbi dei nostri commentarî, sempre volentieri erogati in modo pio. Perciò vogliamo lasciare imperituro ricordo di noi, con l’esegesi di uno dei fatti più neri dell’ultimo cinquantennio.
:
Il ventre dell’Europa alberga da sempre stranezze e nefandezze, non c’è bisogno di ricorrere ai quadri di Hyeronymus Bosch per ricordarlo; ma neanche il suo pennello potrebbe dipingere il volto di questa figura ecclesiale: Guy Desnoyers, che il 3 dicembre 1956 era parroco ad Uruffe, ridente villaggio germano-francese, dipartimento di Meurthe et Moselle, nella bilingue Lorena prototipo dell’unità e dell’integrazione europee. Mise al mondo suo figlio, nel senso che con le proprie mani aprì il ventre della madre, la sua concubina, la peccatrice Régine, incinta di otto mesi, da lui stesso preventivamente assassinata, e quindi, piamente battezzato il bimbo, dopo averlo portato alla vita gli dette la morte, e con essa la vita eterna. Come poteva infatti lasciare in vita la figlia d’Eva, la tentatrice, assieme col figlio della colpa, per di più oramai orfano? Sgozzò anche lui; ma, per non contraddire S. Agostino, prima lo battezzò, col sangue della madre. Convinto che, così depurato del peccato originale, il bimbetto se ne sarebbe volato difilato in Paradiso. Fu un padre omicida ed infanticida, un prete fornicatore e sacrilego. Al tempo stesso non si scordò dei suoi doveri di sacerdote, di erogatore della sacralità battesimale, e divenne l’emblema orrendo di una civiltà europea bruttata nelle viscere più intime dalla morte di Dio. Di essa Marx e poi Nietsche e quindi Freud andaron predicando nei secoli passati, trovando convinti seguaci tra quei pochi che son adusi a sottilizzare utilizzando la ragione e l’intelletto. Non così il semplice prete di Uruffe, che era di quei tanti che ragionan poco, e praticano la morte di Dio ma immaginano di credere alla sua vitale promettente permanenza nei cieli, sulla terra e nel loro cuore. La pena di morte che la Francia di allora comminava volentieri e spesso ai partigiani algerini fu civilmente risparmiata al parroco, condannato all’ergastolo perché potesse quotidianamente pentirsi del suo misfatto orribile sino alla fine dei suoi giorni. Dopo 22 anni, nel 1979, fu graziato. Aveva potuto assaporare prigione e bagno penale; nei pessimi anni Ottanta entrò in convento dove rimase un’altra ventina d’anni, per lasciar il millennio, la vita e la valle di lacrime pochi mesi fa. La storia del crimine e del criminale indicano che c’è un abominevole vincitore in tutto questo: l’apparenza, la forma. Essa prevale sulla sostanza, il sembrare vince sull’essere, il concreto dolore di una madre sventrata e di un figlio sgozzato si stemperano nella riconciliazione di un’immaginario paradisiaco perdono celeste. Secondo quanto si racconta, almeno due infatti sono le anime conquistate dal parroco di Uruffe al Signore: quella del bimbo, morto battezzato innocente, e quindi salvo; quella del babbo, cioè la propria, pentito e penitente sino all’ora della propria morte, avvenuta in convento, munito, ovviamente, del viatico dei moribondi (della povera Régine, la seduttrice, poco importa). L’estrema unzione data come linimento: basta un po’ di pentimento, e godi per l’eternità.Addio, figliuoli, e - come predicava san Francesco di Sales - state allegri.
:
p. Edwardus O.F (Pardo Fornaciari)
dal Vernacoliere del Giugno 2001
:
Nella foto, Pardo Fornaciari

This page is powered by Blogger. Isn't yours?