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mercoledì, ottobre 29, 2008

 

Il calvario di un giudice laico in uno Stato confessionale

In attesa che la Cassazione ponga fine, il 18 novembre prossimo, alla sua vicenda giudiziaria, si prepara a nuove battaglie...

PARLA LUIGI TOSTI, IL GIUDICE PERSEGUITATO PER AVER RIMOSSO IL CROCIFISSO DALL’AULA DI GIUSTIZIA

Il 18 novembre 2008 la Cassazione decide l’esito del ricorso che il giudice Luigi Tosti ha proposto contro la prima sentenza penale del Tribunale dell’Aquila, che lo condannò per aver commesso un fatto che migliaia di giudici avrebbero dovuto commettere prima di lui: ha rimosso il crocifisso dall’aula in cui amministrava la giustizia, motivando che questa giustizia laica, in uno Stato laico e con supposti magistrati laici, è un rito che non può svolgersi sotto il simbolo di una religione.Abbiamo intervistato Luigi Tosti, cominciando col chiedergli se, senza compromettere di una virgola la sua sacrosanta battaglia contro il crocifisso nelle aule di giustizia, non sarebbe opportuno rinunciare a ricordare di continuo, come egli fa, i crimini storici e le incongruenze presenti della Chiesa.

Luigi Tosti: «Avreste perfettamente ragione sul fatto che la laicità prescinde dalla “fedina penale” della religione cattolica e, in effetti, all’inizio della mia battaglia legale non ho fatto valere l'argomento – che peraltro allora non conoscevo in tutta la sua gravità – dei misfatti della Chiesa. In questi quattro anni di battaglia legale, però, mi sono scontrato con “giudici”, ovviamente cattolici, che hanno avuto l’impudenza e l’arroganza di scrivere, nelle sentenze, che il privilegio dell’esposizione del solo crocifisso negli uffici pubblici è giustificato dal fatto che il cristianesimo è la religione che, per eccellenza, incarna i valori della civiltà, della fratellanza, del rispetto reciproco, dell’eguaglianza e della tolleranza, nonostante le crociate, l’Inquisizione e via dicendo. Di fronte a questo argomento “giuridico” ho dovuto necessariamente replicare facendo notare:1°) che, se anche fosse vero che il Cristianesimo si è particolarmente distinto, nella sua storia, per la pratica di quei valori, questo non sarebbe un argomento valido per giustificare un qualsiasi privilegio, dal momento che vi sono “anche” altre religioni e altri movimenti ideologici che hanno propugnato gli stessi valori e, dunque, anch’essi meriterebbero gli stessi diritti;2°) che, in realtà, il principio di laicità implica che tutte le religioni debbano rimanere fuori dalla sfera pubblica, sicché nessuna di esse può rivendicare il diritto di invadere questa sfera, accampando particolari “meriti”;3°) che, infine, le affermazioni sul conto del Cristianesimo e, in particolare, sul conto del Cattolicesimo, erano delle impudenti menzogne perché, in realtà, la Chiesa Cattolica si è macchiata di una serie incredibile di crimini contro l’umanità, condividendoli di Papa in Papa per circa 2.000 anni, sicché l’esposizione del crocifisso nei tribunali è un oltraggio alla civiltà e alla memoria di centinaia di milioni di esseri umani, vittime della Chiesa, ben più grave dell’esposizione della croce uncinata nazista.»

g.c.s.: «Ma non crede che, abbassando il tiro e concentrandolo sulla rimozione del crocifisso, avrebbe maggiori possibilità di spuntarla?»

Luigi Tosti: «Sono perfettamente consapevole che, adottando strategie che alcuni qualificano come “prudenti”, si potrebbe (ma è solo un’ipotesi) ottenere qualche risultato: questo non rientra, però, nel mio carattere, tantomeno in questa fase finale della mia vita. La verità è che in Italia esiste una sola religione arrogante e presuntuosa, che è quella cattolica».

g.c.s.: «E le altre religioni?»

Luigi Tosti: «Tutte le altre osservano il principio costituzionale di laicità, anche perché non hanno la possibilità materiale di violarlo. Io rispetto ovviamente il diritto di chiunque di credere in quello che vuole, ivi inclusi maghi, cartomanti e altri ciarlatani: pretendo, però, che nessuno di costoro invada la sfera pubblica e limiti, in nome delle sue credenze, i diritti di libertà altrui. Purtroppo la realtà è un’altra, e anche qui la devianza è da imputare alla Chiesa: emblematico e vergognoso è il caso dell’Englaro, dove i cattolici pretendono di dettare le loro ridicole leggi divine invadendo il diritto alla vita degli altri, sino al punto di negare un atto di pietà e torturare un essere umano per 16 anni.Di fronte a queste cose non posso rimanere insensibile e non posso non gridare la mia rabbia e il mio disprezzo nei confronti di questi integralisti criminali».

g.c.s.: «Anche a prezzo di essere condannato?»

Luigi Tosti: «Preferisco soccombere come leone, piuttosto che come pecora: anche perché io non faccio parte di alcun gregge, tantomeno del gregge governato dal Pastore tedesco.Che poi in Italia vi sia carenza di senso civico e che ognuno pensi ai propri interessi personali, è un dato di fatto sul quale non potrà influire la scelta di una strategia di lotta piuttosto che un’altra: il senso civico di un popolo si matura in tempi lunghissimi.»

g.c.s.: «Dunque, sul piano penale, tutto si gioca il 18 novembre...»

Luigi Tosti: «Sì, la decisione della Cassazione sarà quella che taglierà la testa al toro.»

g.c.s.: «E che ne è della tirata d’orecchi che ti inflisse il Csm?»

Luigi Tosti: «Il 1° luglio scorso è stato discusso in Cassazione civile il ricorso che avevo presentato contro la delirante condanna disciplinare del Csm, compulsato dal grandissimo Ministro Mastella, e, come forse saprai, la Cassazione me lo ha dichiarato “inammissibile” perché “tardivo” per un giorno, senza però considerare che quel giorno era festivo e, dunque, la scadenza slittava, per legge, al giorno successivo non festivo.»

g.c.s.: «Una svista?»

Luigi Tosti: «No, un deliberato errore volontario, per non esaminare il mio ricorso e non darmi ragione. Ora sto scrivendo altro ricorso, per chiedere l’annullamento di questa sentenza: come vedi, però, lo stillicidio persecutorio, posto in essere col coraggio del branco, mette a dura prova la resistenza dei nervi. E allora, mi riesce difficile far finta che la Chiesa cattolica non sia – come ho pubblicamente dichiarato nelle udienze dinanzi al Csm e dinanzi al Tribunale penale dell’Aquila – la più grande associazione per delinquere e la più grande banda di falsari della storia (guarda caso, nessuno mi promuove procedimenti penali per “vilipendio”).»
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La prossima udienza
del giudice Luigi Tosti (come imputato)
è prevista al mattino del 18 Novembre 2008
alla Corte di Cassazione
Sesta Sezione Penale di Roma, Piazza Cavour
L’udienza è aperta al pubblico
previa esibizione di documento personale.

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