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giovedì, novembre 26, 2009

 

LIBRI SUL CANCRO DEL CATTOLICESIMO


«La Chiesa Cattolica è la più grande associazione a delinquere della storia.»

Luigi Tosti, magistrato
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«Il Cristianesimo e la Chiesa Cattolica sono nemici dell’Umanità.»

Ennio Montesi

La censura sui libri esiste ancora. Entrando in libreria, i libri sembrano traboccare dagli scaffali. Di solito i libri importanti – tranne rare eccezioni – difficilmente sono in bella vista. A volte sono relegati in qualche angolo oscuro della libreria, forse dimenticati da anni dentro uno scatolone polveroso. Oppure si possono trovare con le pagine ingiallite e le copertine sgualcite ad ali di rondine in qualche negozio remainder di libri vecchi e usati. Oppure, grazie ad internet, i libri importanti, nei casi fortunati, sono reperibili online in qualche sito sconosciuto o residente all’estero. Esiste anche un altro tipo di censura definita “a ritroso” che consiste nel non ripubblicare i “libri fastidiosi o pericolosi” benché essi siano importanti o venduti con successo. Se “libri indesiderati” vengono pubblicati “per errore” da editori importanti e poi si scopre che tali libri infastidiscono o vanno ad intaccare gli interessi di una certa comunità o gruppi di potere, allora i libri non vengono rieditati ed alcuni addirittura vengono eliminati dal catalogo. Anzi, il fatto che un libro fastidioso sia sotto contratto editoriale, benché introvabile, garantisce che tale libro resti interdetto per molti anni e blindato contro il rischio di pubblicazione da parte di altri editori che potrebbero pubblicarlo di nuovo. Ciò significa che resterà interdetto anche per la Fiera internazionale del Libro di Francoforte, per quella di Londra e per altre. Di conseguenza il libro resterà bloccato e vietato anche per altre nazioni che potrebbero pubblicarlo liberamente nella propria lingua. La redazione di Axteismo segnala alcuni di questi libri molto importanti per la mente e per la crescita intellettuale. Sono libri straordinari che dovrebbero essere custoditi con cura nelle case di tutti gli italiani, libri da tramandarsi di generazione in generazione affinché si sia consapevoli e bene informati della più grande piaga dell’Umanità: il cristianesimo, nella fattispecie della setta cattolica e dei molteplici tragici aspetti, orrende sfaccettature e nefandezze correlate che hanno avvelenato e avvelenano ancora la società contemporanea e la vita dell’uomo.

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STORIA CRIMINALE DEL CRISTIANESIMO

di Karlheinz Deschner

a cura di Carlo Modesti Pauer

Traduzione dal tedesco:

Cristina Colotto, Valentina Daniele, Luciano Franceschetti, Costante Mulas, Gianni Bertocchini

Edizioni Ariele

Opera completa n. 10 volumi dei quali n. 8 già pubblicati, il nono in uscita a fine gennaio 2010.

Dettagli:

www.edizioniariele.it/ilviandante_03.htm

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Mentre la Chiesa cattolica celebra l'ingresso nel suo terzo millennio, una voce fuori dal coro ne ripercorre minuziosamente la storia, finalmente anche per il pubblico italiano, partendo da un punto di vista inedito e provocatorio. L'opera di Deschner, prevista in dieci volumi, offre al lettore, credente o non credente, gli elementi per una conoscenza, lontano dall'agiografia più o meno esplicita e dal timor reverentialis che troppo spesso traspare in molti autori, dell'evento culturale che maggiormente ha caratterizzato la storia dell'Occidente e poi del mondo: il cristianesimo. Comprenderlo profondamente per allontanarsene definitivamente o viverlo con una fede rinnovata? E in ogni caso rivendicare con forza, in tali problematiche, l'autonomia personale e la libertà di scelta contro qualsiasi autorità clericale che si pretende unica depositaria della verità!

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SOPRA DI NOI... NIENTE. PER UN CIELO SENZA DEI E UN MONDO SENZA PRETI

di Karlheinz Deschner

Traduzione dal tedesco Gianni Bertocchini

Edizioni Ariele

Dettagli:

www.edizioniariele.it/cogito_01.htm

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Diciotto saggi, tre interviste, un solo scopo: denunciare le nefandezze compiute dalle cosiddette chiese cristiane, in primis quella cattolica. Un impegno che Deschner persegue da più di quarant’anni con numerose opere, senza mai farsi fermare o addomesticare. Perché combattere il potere e la prepotenza dei preti è un impegno umano e civile. Ciò valga come risposta ai laici “devoti” italiani, con la loro falsa distinzione tra una laicità aperta, al passo coi tempi, e un laicismo intollerante, da pattumiera. Un imbroglio che vuole impedire la giusta e dura critica contro l’invadenza clericale cattolica nella vita civile e in quella privata dei singoli, anche dei non cattolici. Imbroglio tuttavia riuscito, visto che i politici italiani cosiddetti laici, per viltà e convenienza politica, si sono fatti intimidire da questi devoti e hanno abbassato i toni della protesta rinunciando a ogni difesa, col risultato che il paese è sempre più uno stato confessionale cattolico, prono al volere vaticano. Non è la “deriva laicista” il problema, bensì la “deriva clericale”; non il laicismo, ma il clericalismo è la minaccia letale per la democrazia, la libertà e il progresso di questo paese. I preti non perdonano e non dimenticano nulla. Vagheggiano ancora l’Ancien régime, precedente la Rivoluzione francese, quando spadroneggiavano nel modo più spudorato e violento in tutta Europa. Non per nulla i papi cattolici, compresi quello polacco e quello bavarese, hanno sempre attaccato l’Illuminismo: non sopportano che da allora il loro potere sia dimezzato. Prima la batosta della Riforma protestante, poi l’Illuminismo (molto odiato guarda caso anche dai laici “devoti”): troppo per la pelle delicata di questa gente. Perciò i laici italiani, non sostenuti da una classe politica genuflessa, sono costretti a resistere da soli; devono rafforzare le loro convinzioni, usare la ragione, l’informazione, lo studio, per conoscere la violenza clericale, mai spenta e sempre pronta a risorgere. Se non lo fanno, fra non molto avremo uno stato soggetto alla sha’ria cattolica, dove il papa tornerà ad essere re. Un pensiero, quello di essere comandato da preti, francamente insopportabile e ripugnante.

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LA POLITICA DEI PAPI NEL XX SECOLO

di Karlheinz Deschner

Tomo I: Da Leone XIII 1878 fino a Pio XI 1939

Traduzione dal tedesco Gianni Bertocchini

N. 2 tomi

Tomo II: Da Pio XII 1939 fino a Giovanni Paolo II 1991 (in preparazione)

Edizioni Ariele

Dettagli:

www.edizioniariele.it/cogito_02.htm

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Perché in Italia Perché non possiamo NON ESSERE cattolici? Perché ce lo impediscono. Chi? I politici, cattolici e non. I primi per settarismo, i secondi per convenienza elettorale. E negano, anche ai non cattolici, dei diritti legittimi. Perché le coppie di fatto non sono riconosciute? Perché il testamento biologico è negato, l’eutanasia criminalizzata, l’omosessualità discriminata, la libera ricerca impedita? Perché così vuole il Vaticano, che si ritiene in diritto di imporre la sua morale a tutti. Benché essa dovrebbe valere solo per chi crede cattolicamente. E i nostri politici, gente onesta, proba e laica, lasciano fare. Essi dicono che si può essere laici, ma non si deve essere laicisti. C’è differenza? Per loro sì. E chi insegna agli italiani ad essere laici in modo sano? Ovvio, sottintendono, il papa. Se questo non è essere spudorati! Un intero paese, unico in Europa, costretto sotto il giogo papale, sempre più teocratico, reso una sorta di immenso oratorio a cielo aperto, dove giorno dopo giorno la libera coscienza di moltissimi suoi cittadini viene umiliata! Quando la gente comincerà a ribellarsi a questi imbelli servitori di una chiesa che sa solo essere arrogante?

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LA FAVOLA DI CRISTO

INCONFUTABILE DIMOSTRAZIONE DELLA NON ESISTENZA DI GESU’

di Luigi Cascioli

Tradotto e pubblicato in Slovenia

Editore sloveno Ciceron www.ciceron.si

Dettagli edizione in italiano:

www.luigicascioli.eu

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Il libro denuncia “LA FAVOLA DI CRISTO – Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù” di Luigi Cascioli è stato tradotto e pubblicato in Slovenia dalla Casa Editrice Ciceron e risulta che il libro stia ottenendo grande successo da parte dei lettori e della critica. Il libro demolisce le testimonianze testamentarie ed extratestamentarie alle quali la Chiesa cattolica si è finora fraudolentemente aggrappata per sostenere l’esistenza storica di Gesù detto il Cristo.

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VATICANO S.P.A.

di Gianluigi Nuzzi

Casa Editrice Chiarelettere

Dettagli:

www.chiarelettere.it/dettaglio/64896/vaticano_spa

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Per la prima volta dagli archivi di Monsignor Dardozzi la verità sugli scandali finanziari e politici della Chiesa Cattolica. Spericolate operazioni finanziarie mascherate da opere di carità e fondazioni di beneficenza. La storia raccontata in questo libro è totalmente inedita. Parte da un archivio immenso, custodito in Svizzera e da oggi accessibile a tutti. Circa cinquemila documenti. Lettere, relazioni riservate, bilanci, verbali, bonifici. La finanza del Vaticano come non è stata mai raccontata. Tutto grazie all’archivio di monsignor Renato Dardozzi (1922-2003), tra le figure più importanti nella gestione dello Ior fino alla fine degli anni Novanta. Sembrava una storia conclusa con gli scandali degli anni Ottanta. Con Marcinkus, Sindona e Calvi. Invece tutto ritorna. Dopo la fuoriuscita di Marcinkus dalla Banca del Papa, parte un nuovo e sofisticatissimo sistema di conti cifrati nei quali transitano centinaia di miliardi di lire. L’artefice è monsignor Donato de Bonis. Conti intestati a banchieri, imprenditori, immobiliaristi, politici tuttora di primo piano, compreso Omissis, nome in codice che sta per Giulio Andreotti. I soldi di Tangentopoli (la maxitangente Enimont) sono passati dalla Banca vaticana: titoli di Stato scambiati per riciclare denaro sporco. Depositi che raccolgono i soldi lasciati dai fedeli per le Sante messe trasferiti in conti personali, con le più abili alchimie finanziarie. Lo Ior funziona come una banca nella banca. Una vera e propria “lavanderia” nel centro di Roma, utilizzata anche dalla mafia e per spregiudicate avventure politiche. Un paradiso fiscale che non risponde ad alcuna legislazione diversa da quella dello Stato del Vaticano. Tutto in nome di Dio. Gianluigi Nuzzi è inviato di “Panorama”. Già collaboratore del “Corriere della Sera” e giornalista de “Il Giornale”, dal 1994 segue le principali inchieste giudiziarie con implicazioni politiche e finanziarie del nostro Paese. Nella primavera del 2008 ha avuto per la prima volta accesso all’archivio segreto di monsignor Dardozzi.

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L’ENTITA’

La clamorosa scoperta del servizio segreto vaticano: intrighi, omicidi, complotti degli ultimi cinquecento anni"

di Eric Frattini

Traduzione di Simona Noce

Fazi Editore

Dettagli:

www.fazieditore.it/scheda_libro.aspx?l=1118

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«Un saggio che supera qualunque romanzo di John Le Carré».El País. Il libro scandalo di cui non sentirete mai parlare. Il papato, una delle istituzioni più antiche del mondo, ha da sempre un doppio ruolo: autorità spirituale e religiosa e attore fondamentale della scena politica internazionale. E proprio per rafforzare il suo potere, nel 1566 venne fondato il servizio di intelligence pontificio: da allora fino ai giorni nostri, l’Entità e il suo controspionaggio, il Sodalitium Pianum, hanno assassinato re, capi di Stato ed esponenti dell’alta economia come Enrico IV di Francia o Roberto Calvi; preso parte a rivoluzioni, finanziato dittatori e appoggiato golpe; creato società segrete al cui interno sono stati pianificati ed eseguiti omicidi politici e traffici d’armi internazionali; organizzato la fuga di criminali di guerra nazisti e provocato crac finanziari. Tutto in nome di Dio e della fede cattolica e dietro mandato del sommo pontefice, secondo il motto «per la croce e con la spada». Questo libro racconta cinque secoli di operazioni segrete dell’Entità, da Pio V a Benedetto XVI, soffermandosi in particolare sulle pagine ancora oscure della storia vaticana degli ultimi decenni (l’improvvisa e misteriosa morte di papa Luciani, l’attentato a Wojtyla, la gestione di Marcinkus dello IOR e il suo coinvolgimento nel fallimento del Banco Ambrosiano). Un saggio sconvolgente e molto documentato, che svela episodi inediti e getta una nuova luce sulle vicende che hanno visto implicati non soltanto lo Stato della Chiesa, ma anche l’Italia e le maggiori potenze politiche mondiali. Dopo aver venduto 250.000 copie solo in Spagna ed essere stato tradotto in oltre dieci paesi, arriva finalmente anche in Italia il libro che svela l’esistenza e l’operato del servizio di spionaggio vaticano. Eric Frattini, nato a Lima nel ’63, è stato inviato di guerra a Beirut, Nicosia e Gerusalemme. Attualmente insegna giornalismo all’Università di Madrid e interviene periodicamente come esperto di politica estera alla tv spagnola. È autore del romanzo El quinto Mandamiento (2007) e di una ventina di saggi, fra cui ricordiamo Mafia S.A. 100 Años de Cosa Nostra (2002) e ONU. Historia de la corrupción (2005). Le sue opere sono già state tradotte in Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Russia, Polonia, Bulgaria, Romania, Brasile, Stati Uniti e Australia. «Un saggio storico e politico che è anche un romanzo giallo e un thriller, ma soprattutto un lavoro estremamente documentato». ABC. «Eric Frattini firma un libro che denuncia fondatamente lo spirito inquisitorio della Chiesa cattolica e il pericolo che questo comporta per le società democratiche di oggi». El Mundo.

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LE SPIE DEL PAPA

Dal Cinquecento a oggi, venti vite di assassini e sicofanti al servizio di Dio

di Eric Frattini

Traduzione di Simona Noce

Ponte Alle Grazie Edizioni - Gruppo Editoriale Mauri Spagnol

Dettagli:

www.ponteallegrazie.it/scheda.asp?editore=Ponte%20alle%20Grazie&idlibro=6732&titolo=LE+SPIE+DEL+PAPA

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Il braccio violento della Chiesa Cattolica. Dall'esperto di bestseller dei segreti del Vaticano, un libro documento soprendente. Ha scavato in archivi e biblioteche sparse per il mondo, ha scovato studiosi e profondi conoscitori delle vicende vaticane, raccogliendo le tracce lasciate in ogni angolo del pianeta da venti uomini, venti paladini della Chiesa cattolica, venti spie dei papi. Eric Frattini, con il rigore documentario che lo contraddistingue e la sua consueta passione, ci restituisce in queste pagine i nomi e i cognomi, i volti, le personalità, le imprese dei protagonisti dello spionaggio pontificio che hanno reso possibile l’esistenza stessa dell’Entità. Uomini senza paura, pronti a tutto, anche a morire, soldati nell’ombra agli ordini del papa: da Davide Rizzio, nella Scozia di Maria Stuarda, a Luigi Poggi, nell’Europa dell’est «infestata » dal comunismo, per ben cinque secoli questa «avanguardia della fede» ha ubbidito ciecamente all’autorità dei pontefici, diffamando, cospirando, vendicando, avvelenando, ammazzando, in nome di Dio. In cinquecento vorticosi anni, le differenze fra queste venti grandi star ci raccontano l’evoluzione dell’intelligence dell’Entità. Come e in che cosa è cambiata? Come e in che cosa è rimasta fedele a se stessa? E a che cosa è ancora disposta, oggi, per raggiungere i suoi scopi?

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DENTRO L’OPUS DEI

di Emanuela Provera

Casa Editrice Chiarelettere

Dettagli:

www.chiarelettere.it/dettaglio/66006/dentro_lopus_dei

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“Stento a credere che in ambiente ecclesiastico non siano giunte le denunce di madri e padri trafitti dal dolore per aver perso i figli, inghiottiti dall'Opus Dei. Perché si continua a tacere?” Franca Rotonnelli De Gironimo, ex soprannumeraria. “Avevo 14 anni quando scrissi la lettera di ammissione. Volevo dirlo a mia madre, invece mi indussero a tacere.” Eva Siciliano, ex numeraria. Come vivono i numerari. La caccia alle vocazioni. I documenti “non ufficiali” occultati alla Chiesa. Il violento distacco dalla famiglia. La manipolazione delle coscienze. L’espropriazione dei beni. Il lavoro non retribuito. Questo libro nasce da un forum on-line privato e non accessibile. Qui per più di un anno si sono “incontrati” gli ex numerari italiani. Uomini e donne con grande sensibilità religiosa, in passato rapiti dalla “missione”: fare l’Opus Dei nel mondo. Storie italiane, da Milano a Palermo, da Roma a Bari. Raccontano di un nuovo integralismo che attraversa la nostra società: asili nido, centri sportivi, scuole, residenze universitarie... Tutto “bellissimo” e organizzato grazie alla potenza finanziaria dell’Opera. Piogge di fondi, anche dallo Stato. Così funziona la milizia di Dio voluta da Josemaría Escrivá De Balaguer. Santo? Emanuela Provera, cattolica, vive a Milano. Dal 1986 al 2000 numeraria dell’Opus Dei, ha collaborato con Ferruccio Pinotti al libro OPUS DEI SEGRETA (BUR-Rizzoli 2006), offrendo la sua testimonianza personale. È l’ispiratrice del forum on-line riservato da cui nasce questo libro.

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IMPRIMATUR

di Rita Monaldi e Francesco Sorti

Editore De Bezige Bij (di Amsterdam che pubblica il libro in lingua italiana)

Dettagli:

www.hoepli.it/libro/imprimatur.asp?ib=9789023421689&pc=000010001001020

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www.proxis.be/BEEN/Product/Imprimatur_Italiaanse_Editie/1565190__detail.aspx?search=imprimatur&shop=100001NL&SelRubricLevel1Id=100001NL

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Protagonista del romanzi è l'abate Atto Melani, vissuto tra il 1626 e 1714, che fu cantante castrato, diplomatico e spia (era uno degli agenti segreti preferiti del Re Sole), amico di papi, principi e re. E' il romanzo scritto da Rita Monaldi e Francesco Sorti, che venne pubblicato in Italia da Mondadori per la prima volta nel 2002. Il caso editoriale è stato presentato alla Fiera del libro di Francoforte nel 2006. I successivi libri dei due autori sono stati pubblicati esclusivamente tradotti e presso case editrici straniere. Nel 2006 l'editore olandese De Bezige Bij ha realizzato un’edizione speciale a tiratura limitata in italiano di Imprimatur. Il romanzo ebbe immediatamente un grande successo, piazzandosi al quarto posto nella classifica dei libri più letti del Corriere della Sera. A tutt'oggi è tradotto in 20 lingue straniere e pubblicato in 45 paesi. In Italia, però, poco dopo la pubblicazione della terza edizione il libro scomparve e non fu più pubblicato. Il mensile SOLANDER, l´autorità americana in fatto di romanzi storici, ha eletto IMPRIMATUR nella triade dei capolavori italiani del genere, insieme al GATTOPARDO di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e al NOME DELLA ROSA di Umberto Eco. Il mensile ha perfino dedicato la copertina alla triade vittoriosa, dove una foto di IMPRIMATUR campeggia insieme agli altri due romanzi. Intanto l´edizione italiana di IMPRIMATUR stampata in Olanda è giunta alla terza ristampa ed è salita fino al 2° posto tra i bestseller della libreria on line, dopo il nuovo libro di Dan Brown e prima di Ammaniti, Camilleri, Tabucchi e Coelho. Appena uscito, nel 2002 il romanzo era entrato al 4° posto tra i bestseller del Corriere della Sera, per poi sparire misteriosamente sia dalla classifica che dalle librerie italiane. Dopo oltre sette anni, il ritorno di IMPRIMATUR tra i bestseller avviene senza pubblicità, senza articoli sui giornali, senza neppure un distributore italiano, e malgrado il prezzo dovuto ai costi di trasporto dall´Olanda dei ponderosi volumi di 600 pagine l´uno. E ringraziamo qui ancora una volta Monaldi & Sorti, che hanno rinunciato ad ogni profitto su queste copie, in modo da tenere il prezzo del libro il più basso possibile. Rita Monaldi e Francesco Sorti, giornalisti, sono sposati e vivono con i loro figli tra Roma e Vienna.

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CONTRO LA CHIESA - I MOTI PRO FERRER DEL 1909 IN ITALIA

A cura di Maurizio Antonioli, Andrea Dilemmi, Jorge Torre Santos

BFS Edizioni www.bfs-edizioni.it

Dettagli:

www.bfs-edizioni.it/libro.php?id=161

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Francisco Ferrer y Guardia, anarchico promotore del movimento delle scuole laiche in Spagna, venne fucilato a Barcellona cento anni fa, nell’ottobre 1909. In tutta Europa si svilupparono mobilitazioni per la sua liberazione e contro l’esecuzione. In Italia le proteste assunsero un forte contenuto anticlericale e forme pre-insurrezionali. Nell’accusare la Chiesa della sua morte, i moti pro Ferrer si inserivano in un ampio processo che vide la diffusione nella società italiana di motivi culturali e rivendicazioni politiche laici e anticlericali, in seguito interrotto dal fascismo e dalla politica concordataria. Le mobilitazioni, che coinvolsero anarchici, socialisti, radicali, repubblicani e liberali, furono uno dei più intensi episodi di quel “fronte anticlericale” che, attraverso istanze di progresso e laicizzazione della vita pubblica, riunì tendenze politiche diverse nella convinzione che la politica vaticana e l’intervento della Chiesa nella società italiana fossero un grave ostacolo al progresso del Paese. Ferrer divenne in breve un nuovo Giordano Bruno, un simbolo e un mito nella lotta contro l’“oscurantismo” della Chiesa cattolica.

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IL COSMO E IL BUONDIO

di Andrea Frova

Rizzoli Editore

Dettagli:

http://bur.rcslibri.corriere.it/bur/libro/2743_il_cosmo_e_il_buondio_frova.html

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http://libreriarizzoli.corriere.it/libro/frova_andrea-il_cosmo_e_il_buondio_.aspx?ean=9788817027434

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«Il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me.» Immanuel Kant. La Terra sta per essere colpita da un cataclisma naturale e l’Onnipotente si risolve finalmente a occuparsi dell’umanità, per lui solo una insignificante briciola di un cosmo infinito e multiforme. Chiama dunque a consulto i grandi pensatori di tutti i tempi, da Pitagora a Newton, da Democrito a Galileo e Laplace, da Aristarco a Einstein e Hubble, da Aristotele a Darwin, oltre ad alcuni scienziati viventi, perché lo aiutino a risolvere la situazione riassumendogli le geniali intuizioni e le straordinarie imprese sperimentali che hanno trasformato l’astronomia da una fantasia filosofica in una delle branche della scienza che più testimonia il potere raggiunto dall’intelletto umano. A 400 anni dalle scoperte di Galileo e di Keplero, Andrea Frova accompagna i lettori lungo un’avventura millenaria che, nel rispondere ai grandi quesiti sull’universo, non cessa di interrogare la ragione sulle nostre origini e il nostro destino. E coglie lo spunto per una critica appassionata di quegli atteggiamenti dogmatici e irrazionali che sempre hanno frapposto ostacoli all’avanzamento della scienza, alla libera emancipazione dello spirito umano, al vivere civile. Andrea Frova insegna Fisica generale presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Ha pubblicato numerosi lavori scientifici e testi nel settore della Fisica della materia. Per questa collana ha scritto vari libri, dei quali il più noto è “Perché accade ciò che accade”, giunto alla diciottesima edizione, e il più recente “Se l’uomo avesse le ali” 2007, vincitore del Premio Galileo 2008.

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TRATTATO DI ATEOLOGIA

di Michel Onfray

Traduzione di Gregorio De Paola

Fazi Editore

Dettagli:

www.fazieditore.it/scheda_Libro.aspx?l=917

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Dio non è affatto morto, o se lo era è ormai nel pieno della sua rinascita, in Occidente come in Oriente. Di qui l'urgenza, secondo Onfray, di un nuovo ateismo argomentato, solido e militante. Un ateismo che non si definisca solo in negativo, ma si proponga come nuovo e positivo atteggiamento nei confronti della vita, della storia e del mondo. L'ateologia (il termine è mutuato da Bataille) deve in primo luogo avanzare una critica massiccia e definitiva ai tre principali monoteismi, poi proporre un deciso rifiuto dell'esistenza del trascendente e promuovere finalmente, dopo millenni di trascuratezza, una cura per «il nostro unico vero bene: la vita terrena», il benessere e l'emancipazione dei corpi e delle menti delle donne e degli uomini. Ottenibile solamente attraverso una «decristianizzazione radicale della società». Trattato di ateologia ha ottenuto in Francia e in Italia un successo straordinario ed è in corso di traduzione in quattordici paesi. Michel Onfray nasce nel 1959 ad Argentan da una famiglia contadina. Laureato in filosofia, tra il 1983 e il 2002 ha insegnato in una scuola tecnica di Caen, per poi fondarvi un’Università popolare, gratuita, con lo scopo di diffondere un’altra filosofia, assai distante da quella accademica, cui rimprovera l’insegnamento esclusivo della storia ufficiale, a discapito di una riflessione filosofica più autentica. Autore di numerose pubblicazioni, al centro della sua riflessione vi è la necessità di integrare filosofia, psicanalisi, sociologia e scienza e di celebrare edonismo, sensi e ateismo. Il suo Trattato di ateologia, uscito in Francia nel 2005, raggiungendo in poco tempo le 200.000 copie, è diventato fin da subito un vero e proprio caso editoriale. Ha suscitato un intenso dibattito culturale sulle pagine di molti giornali e la pubblicazione di due monografie di risposta al suo Trattato. «Scelgo l’ateismo che solo permette un socialismo libertario, per il quale per altro mi batto». Dalla constatazione dell’emergere di un nuovo fondamentalismo religioso, in Occidente come in Oriente, ecco l’urgenza di sostenere un nuovo ateismo, più apertamente militante. Al Trattato di ateologia uscito per Fazi Editore nel 2005, sono seguite la pubblicazione di Teoria del corpo amoroso. Per un’erotica solare (2006), in cui Onfray si concentra sull’etica erotica, contrapponendo la tradizione cristiana della colpevolezza della carne, a quella epicurea e cinica della libertà amorosa e dei corpi e il primo titolo, Le saggezze antiche, dedicato all’Antichità, della sua “Controstoria della filosofia”, un progetto in più volumi per recuperare il pensiero di quei filosofi caduti in disgrazia a causa del predominio degli idealisti. «Un breviario sulfureo... Il saggio è fortemente provocatorio e immagino che per un cattolico possa suonare molto irriverente. D'altra parte, in un momento in cui il papa romano scrive che i diritti fondamentali vengono non da leggi faticosamente conquistate ma direttamente da Dio, può essere considerato una sorta di opposto estremismo» Corrado Augias, Venerdì di Repubblica. «Uno dei testi più rappresentativi della rinascita dell'ateismo illuministico... Una summa, scritta con lo stile vivace del libello, di tutte le principali tesi illuministiche sulla menzogna religiosa» Gianni Vattimo, L'Espresso. «L'inizio del terzo millennio sembra tormentato dal problema della scomparsa dell'ateismo e di un suo sodale, il laicismo. Se così non fosse, sarebbe difficile spiegare il polverone suscitato dal Trattato di ateologia» Armando Torno, Corriere della Sera.

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I PRETI PEDOFILI E LE COLPE DELLA CHIESA - VIAGGIO NEL SILENZIO

di Vania Lucia Gaito

Storie e testimonianze

Postfazione di di Massimilano Frassi, presidente dell’associazione Onlus Prometeo. Lotta alla pedofilia e tutela infanzia violata. Con una lettera a Giovanni Paolo II di un gruppo di ex Legionari di Cristo, vittime di padre Marcial Maciel Degollado.

Casa Editrice Chiarelettere

Dettagli:

www.chiarelettere.it/dettaglio/64224/viaggio_nel_silenzio

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“Quanta sporcizia c’è nella Chiesa… Signore, la veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli!” Cardinale Joseph Ratzinger, 2005. Aiutiamo la Chiesa a eliminare questa terribile macchia. Non stiamo parlando di casi isolati, lo scandalo dei preti pedofili non riguarda solo gli Stati Uniti (5000 casi!). Sono migliaia in tutto il mondo, e molti in Italia. Un fenomeno e una malattia taciuti e sopportati per anni. E coperti dal Vaticano, pronto a solidarizzare anche con chi è stato condannato dalla giustizia dei loro paesi. O, se proprio costretto, a risarcire la vittima comprandone il silenzio. Come racconta questo libro. “Tu non parlare con nessuno”: la Chiesa sembra offrire solo la promessa del perdono alle vittime e ai colpevoli, tutti ALLO STESSO MODO PECCATORI. Pesa molto l’elogio di Giovanni Paolo II al fondatore dei Legionari di Cristo, ritenuto colpevole di decine di abusi, l’imbarazzo di fronte ai casi di don Cantini e don Gelmini, tanto amico di illustri personaggi (Berlusconi, Gasparri, Fini). Ma adesso qualcosa sta cambiando. Questo libro raccoglie le voci di chi ha avuto il coraggio di denunciare e ribellarsi, raccontando anche che cos’è oggi la vita di un prete. Ci aspettiamo dalla Chiesa un gesto forte che la renda credibile agli occhi del mondo come ispiratrice di giustizia e verità. Vania Lucia Gaito, psicologa, salernitana di origine, collabora dal 2006 con il blog di controinformazione Bispensiero sul quale, nel maggio 2007, ha trasmesso e sottotitolato il documentario della BBC, SEX CRIMES AND VATICAN. Lo scoop del video, visto in Italia da oltre cinque milioni di persone, ha aiutato a uscire allo scoperto decine di vittime di abusi, le cui testimonianze sono qui in parte raccolte.

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ATEI O CREDENTI? FILOSOFIA, POLITICA, ETICA, SCIENZA

di Paolo Flores D'Arcais, Gianni Vattimo, Michel Onfray

Traduzione dal francese degli interventi e del poscritto di Michel Onfray:

Gregorio De Paola

Fazi Editore

Dettagli:

www.fazieditore.it/scheda_Libro.aspx?l=1040

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Fra distanze incolmabili e impreviste affinità, senza preoccupazioni di correttezza politica, finalmente un incontro-scontro a tutto campo fra chi crede e chi no. I temi della fede e della religione, e del loro conflitto con la cultura laica, sono al centro di un interesse tuttora crescente, alimentato dalle polemiche sugli interventi e le “scomuniche” del papa e della CEI. Mancava però un testo che discutesse, da punti di vista diversi, le ragioni dell’ateismo e della fede. Ora, in Atei o credenti?, si confrontano gli esponenti di posizioni diverse tra loro, accomunate però dal rifiuto di ogni appartenenza accademica: il “cristianesimo nietzscheano” di Gianni Vattimo, l’edonismo ateo di Michel Onfray e l’empirismo materialistico-esistenziale di Paolo Flores D’Arcais. Nel libro – che riproduce, con successive rielaborazioni, un incontro privato avvenuto a Torino ed è completato da tre poscritti – gli autori rispondono agli interrogativi essenziali legati al problema l’“ipotesi Dio” deve essere considerata superflua nella riflessione filosofica e nell’esperienza vitale? Quali sono le conseguenze etiche e politiche dell’essere atei o invece credenti? Quale la posizione da tenere nei confronti del “successo” delle scienze? Quale il giusto ruolo delle dottrine religiose nell’istruzione pubblica? Su questi e altri temi – ad esempio la possibilità di un islam moderato, cui è dedicato un controverso capitolo – Vattimo, Onfray e Flores D’Arcais danno vita a un’appassionata disputa, fra consonanze impreviste e opposizioni durissime. Una lettura di grande coinvolgimento, che assomiglia a un ascolto dal vivo e mette in questione i nostri più profondi atteggiamenti e convinzioni.

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Considerato l'attuale gravissimo stato di censura e di

manipolazione delle informazioni da parte dei media,

si invita alla massima pubblicazione e diffusione.

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Per interviste, presentazioni, conferenze e altro, tel. 3393188116

Fonte e Diffusione: Axteismo Press l’Agenzia degli Axtei, Atei e Laici

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circa 80 mail, scrivendo a:

axteismo@yahoo.it


 

IL GIUDICE LUIGI TOSTI INTERVISTATO DALLA CNN SULLA SENTENZA DI STRASBURGO SUL CROCIFISSO. ANDATA IN ONDA IN TUTTI GLI STATI UNITI D’AMERICA

Italy debates public crosses

By Paula Newton CNN

November 23, 2009 10:15 a.m. EST


STORY HIGHLIGHTS

CNN's Paula Newton travels to Rome to witness the debate about crucifixes European judges have ruled that Italy should consider taking crosses down in public spaces Italian Prime Minister Silvio Berlusconi dismayed by the ruling.


(CNN) -- The crucifix is at least two feet tall, with the figure of Jesus wearing a crown of thorns and hangs centered on the wall behind the judge. Even at the murder trial of Amanda Knox, the cross is a constant symbol of Italian history, identity and justice. But according to judges from a European panel, the Italian government should consider taking down the cross in some public spaces, in particular in schools. Saying the cross violated the principle of secular education in public school, the European Court of Human Rights in Strasbourg said the display of Christian crosses, which is common but not mandatory in Italian schools, could be 'disturbing' for children of other faiths. While the ruling was a recommendation and will not, as yet, be enforced, the ruling could have far reaching implications for the cross as an enduring symbol in Christian European countries. The Guiseppe Gioachino Belli Middle School, in the shadow of the Vatican, teaches its pupils under the steady gaze of a crucifix in every classroom. And headmistress Carla Costetti says it should stay that way. "What about all of our churches, our paintings, the virgin shrines on the streets. What are we going to obscure, everything? Because it could become offensive for those who don't believe in those symbols?" says Costetti. "I think, the majority of European countries, in which Christianity has played a historical and important role, will hardly proceed with the removal of the crucifix. This does not mean 'not to adapt'. It means, however, that sovereignty is to respect the identity of each independent state." adds Costetti. But atheist and Judge Luigi Tosti says he believes that the crucifix when exposed in public places like schools, violates religious freedom. "I want to challenge the crucifix being a symbol of morally, culture and civilization. We must consider that the swastika for example is a symbol of negative values because Nazis are responsible for the death of six million of people, of Jews, gypsies, homosexuals. And if we evaluate the history of Christianity, we are not talking about 6 million people killed, but of a 100 million people killed, tortured, ghettoized in its 1,800 years history, with the crusades" says Tosti. The Vatican certainly wasn't silent on the issue, calling the cross one its most sacred symbols and reacting almost sarcastically to the notion that schools should not display it. The Vatican's Secretary of State, Tarcisio Bertone told Italian media, "Unfortunately this Europe of the third Millennium only leaves us with pumpkins, of the recently celebrated parties, and it deprives us of our dearest symbols. This is truly a loss." Italian Prime Minister Silvio Berlusconi said he was dismayed and that such rulings make Italians "doubt the common sense of Europe." But those in support of the ruling point out that similar pronouncements have been handed down by the Italian Constitutional Court. "The crucifix exposed in the public places violates the principle of religious freedom, in this case of the students, and violates the right of the parents to educate their children based on their own religious and philosophy. Therefore, it is obvious that a parent who is atheist or belongs to another religion, might not like, rightly so, that his children be obliged to go to public schools where on its public walls hangs the symbol of only one religion." says Tosti.


«The crucifix exposed in the public places

violates the principle of religious freedom.»

Luigi Tosti

Per vedere il VIDEO clicca qui:

www.cnn.com/2009/WORLD/europe/11/23/italy.crucifix.debate/index.html


lunedì, novembre 23, 2009

 

Woody Allen: Sono ateo


domenica, novembre 22, 2009

 

INVADIAMO IL VATICANO


 

Luigi Tosti, magistrato: IL LUPO E L'AGNELLO LUIGI TOSTI: STORIE DI ORDINARIA VESSAZIONE

Per doverosa informazione di chi mi segue, pubblico qui di seguito la memoria che ho inoltrato a vari destinatari in risposta al tentativo di "sodomizzarmi", in sede disciplinare, con la pluricollaudata tecnica della favola del lupo e dell'agnello, ovverosia con la formulazione di false accuse e di falsi pretesti, architettati allo scopo di mantenere in piedi incolpazioni disciplinari che, altrimenti, crollerebbero.

:
Al Sostituto Procuratore Generale della Repubblica

Dott. Eduardo Scardaccione

Corte di Cassazione Suprema

Piazza Cavour

00193 R O M A

:

e, per conoscenza,

Al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma

Piazzale Clodio n. 12

00165 R O M A

:

Alla Sezione disciplinare del CSM

Piazza Indipendenza 4

00185 R O M A


OGGETTO: Procedimenti disciplinari riuniti numeri 22/2005 e 37/2009 a carico dello scrivente Luigi Tosti .


Nell’ottobre-dicembre del 2003 ho più volte chiesto al Ministro di Giustizia di rimuovere i crocifissi dalle aule giudiziarie perché lesivo di un principio che la Corte Costituzionale ha definito e definisce “SUPREMO” della Costituzione italiana, cioè il principio di laicità, oltreché lesivo dei miei diritti inviolabili di libertà religiosa e di eguaglianza e non discriminazione religiosa, minacciando in caso contrario la mia astensione dalla trattazione delle udienze civili e penali per “libertà di coscienza”, e supportando la liceità del mio proposito di rifiuto con la decisione della Corte di Cassazione penale sez. IV 1.3.2000 n. 4273.


Il Ministro di Giustizia ha respinto queste mie richieste ed io, per puro senso civico, ho desistito dall’attuare la minaccia di astenermi dalla trattazione delle udienze sotto l’incombenza del crocifisso. Ho proposto, tuttavia, un ricorso giurisdizionale al TAR delle Marche, chiedendo che venissero rimossi i crocifissi o che, in subordine, l’amministrazione esponesse i simboli delle “razze inferiori” e, in particolare, del popolo ebraico che è stato sterminato, perseguitato, ghettizzato, ingiuriato e vilipeso per circa due millenni da un’associazione di criminali denominata Chiesa Cattolica e dai suoi accoliti nazisti e fascisti. Ho chiesto anche, in via di urgenza, che venissero emanati i provvedimenti urgenti tesi ad eliminare la criminale discriminazione razziale e religiosa perpetrata dal Ministro di Giustizia ai miei danni nell’ambiente di lavoro, preannunciando che, in caso contrario, mi sarei astenuto ad oltranza dal tenere le udienze. Il TAR ha negato i provvedimenti affermando apoditticamente che dal mio rifiuto “non sarebbe derivato pregiudizio grave e irreparabile”.


Per puro senso civico ho ancora una volta desistito dal dare attuazione al proposito di astenermi, ad oltranza, dal tenere le udienze sotto l’incombenza del criminale vessillo dell’associazione criminale sopra menzionata.


Nel frattempo, però, ho cominciato ad essere subissato da lettere minatorie ed oltraggiose inviatemi da anonimi criminali, accoliti di una setta religiosa denominata “cattolicesimo”, alcuni dei quali si profondevano in “eleganti” eloqui del tipo “crepa porco ateo terrorista, comunista bastardo, porco musulmano del cazzo con moglie troja”, “ti spediremo ad Allah, fai testamento, preferisci essere ucciso con ago intinto a veleno o con una pallottolina calibro 227 o 30-06 per cinghiale”, mentre altri “stigmatizzano” la mia pretesa di “affiancare al Cristo in croce il simbolo di coloro che ne erano stati carnefici” perché si trattava di “un sacrilegio che offendeva i cattolici e che esaltava un popolo che si era macchiato di deicidio”.


Posto di fronte a queste criminali lettere -alcune delle quali inviate anche al Ministro di Giustizia e al Presidente del Tribunale di Camerino per caldeggiare immediate procedure disciplinari a carico dello sporco ebreo- reagivo inoltrando al Ministro di Giustizia e al Presidente del Tribunale camerte, il 1° maggio 2005, una lettera-ultimatum con la quale preannunciavo che, ove non fossero stati rimossi tutti i crocifissi -o non fossi stato autorizzato ad esporre la menorà degli ebrei- mi sarei rifiutato di tenere le udienze civili e penali “DAL 9 MAGGIO 2005 IN POI”. Con tale missiva invitavo espressamente il mio superiore -cioè il Presidente del tribunale di Camerino dr. Aldo Alocchi- a provvedere alla mia sostituzione, “dal 9 maggio in poi”, per sopperire alle esigenze di servizio.


Non essendo stata esaudita nessuna delle due richieste, iniziavo, “dal 9 maggio in poi”, ad astenermi dalla trattazione delle udienze civili e penali. Il Presidente del Tribunale dr. Aldo Alocchi provvedeva ovviamente a disporre la mia sostituzione con altri magistrati, dapprima per le singole udienze e, poi, con provvedimenti di sostituzione tabellari.


Ovviamente io mi recavo sempre in ufficio, pronto a riprendere immediatamente la trattazione delle udienze, se fosse stata nel frattempo accolta una delle mie richieste. Pertanto in occasione delle singole udienze facevo constatare la mia presenza e il mio rifiuto con dichiarazioni autografe che indirizzavo al Ministro di Giustizia e al Presidente del Tribunale, ai quali ribadivo per l’ennesima volta l’invito ad ottemperare ad una delle mie richieste. Ovviamente durante la permanenza in ufficio espletavo tutte le altre incombenze di cui ero onerato.


C’è di più: ritenendo che fosse immorale che un dipendente pubblico venisse stipendiato con danaro dei cittadini senza che venissero espletate, compiutamente, le mansioni per le quali era stato assunto, invitavo formalmente il Ministro di Giustizia a sospendermi l’erogazione degli stipendi sino a che non fosse stata definita la querelle giudiziaria con l’Amministrazione. Non avendo ricevuto risposta, ingiungevo alla mia Banca di respingere al mittente gli stipendi che venivano accreditati sul mio conto corrente.


Dopo un paio di settimane il Presidente della Corte di Appello dr. Emanuele Petraccone faceva allestire nel Tribunale di Camerino un’aula-ghetto, “senza crocifisso” e senza i miei simboli, invitandomi poi formalmente a tenervi le udienze sino a che non fosse stata definita la vertenza giudiziaria: cioè, in pratica, sino al mio pensionamento. Respingevo questa oltraggiosa “proposta” evidenziandone le intollerabili connotazioni ghettizzanti e discriminatorie e reiterando, ancora una volta, le originarie mie richieste.


In seguito al mio rifiuto ad oltranza di tenere le udienze, la Procura della Repubblica dell’Aquila apriva a mio carico un primo procedimento penale per omissione di atti di ufficio che si concludeva, in data 18.11.2005, con una prima condanna alla pena di mesi sette di reclusione ed un anno di interdizione dai pubblici uffici.


Tutt’altro che intimorito da questa condanna, seguitavo imperterrito a rifiutarmi di tenere le udienze e, ovviamente, seguitavo ad indirizzare al Presidente del Tribunale le dichiarazioni con le quali, dopo aver dato atto di essermi presentato in ufficio per espletare le mie mansioni, comunicavo di essere stato costretto a rifiutarmi a causa della presenza dei crocifissi e della mancata autorizzazione ad esporre al loro fianco i miei simboli.


Dal momento, poi, che questi miei “rifiuti” erano stati considerati “reato” dal Tribunale aquilano, provvedevo ad autodenunciarmi presso la locale Procura della Repubblica, allegando le mie dichiarazioni di rifiuto. In seguito a tali autodenunce veniva attivato un secondo processo penale a mio carico.


Nel frattempo il Procuratore Generale della Cassazione dr. Giuseppe Favara e l’Avvocato Generale Antonio Siniscalchi promuovevano, l’8.11.2005, un’azione disciplinare nei miei confronti “per violazione dell’elementare dovere di correttezza nell’espletamento degli impegni istituzionali, e cioè per avere, esasperando fino al limite della pretestuosità la pretesa di veder rimosso, ad opera della amministrazione dello Stato, da tutte le aule di giustizia, il crocifisso o, in alternativa, di esporre nelle medesime anche il simbolo della menorà della religione ebraica, omesso, sin dai primi giorni del maggio 2005, di svolgere la propria attività di magistrato presso il tribunale di Camerino, così sottraendosi alla doverosa prestazione del proprio servizio; e tanto anche dopo che il Presidente del Tribunale gli aveva messo a disposizione un’aula di udienza priva di ogni simbolo religioso”.


Entrambi gli incolpanti chiedevano poi al CSM che venissi sospeso dalle funzioni e dallo stipendio e il CSM, con delibera presa il 31.1.2006, disponeva la mia sospensione cautelare affermando, in estrema sintesi, che, pur essendo la presenza dei crocifissi lesiva del principio supremo di laicità e dei miei diritti inviolabili di libertà religiosa e di eguaglianza religiosa, io “dovevo comunque ubbidir, tacendo”: a tanto ero obbligato, sia per disposto dell’art. 54 della Costituzione che in base alla sentenza n. 196/1987 della Corte Costituzionale relativa ad un “caso” che veniva qualificato sostanzialmente identico al mio, e cioè al caso di un giudice tutelare che aveva preteso di sottrarsi all’obbligo di autorizzare una minorenne ad abortire per “obiezione di coscienza”, ovverosia perché riteneva che l’aborto fosse contrario ai propri convincimenti religiosi.


Ritenendo che questa ordinanza del CSM fosse totalmente favorevole alle mie tesi -ancorché affetta da un palese errore di diritto- la producevo nel giudizio di appello dinanzi alla Corte dell’Aquila. In quella sede presentavo dei “motivi aggiunti” con i quali evidenziavo che il CSM era incappato in un clamoroso errore di diritto, perché aveva confuso un caso di “obiezione di coscienza” -che non integra affatto un diritto inviolabile- con un caso -come il mio- che integrava invece un’ipotesi di “diritto di libertà di coscienza, cioè di diritto individuale inviolabile, sancito sia dall’art. 2 della Costituzione che dall’art. 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo.


Puntualizzavo, dunque, che secondo la costante giurisprudenza della Corte Costituzionale, della Cassazione e dello stesso CSM, “anche” i magistrati erano titolari dei diritti inviolabili riconosciuti dalla Costituzione e dalla Convenzione sui diritti dell’uomo, sicché essi potevano essere censurati disciplinarmente solo in caso di “abuso”, cioè se le “modalità” di esercizio di tali diritti fossero lesive del prestigio dell’ordine giudiziario.


Mi peritavo anche di puntualizzare che io non avevo abusato del mio diritto perché “non avevo iniziato ad astenermi dalle udienze di punto in bianco, creando così un disservizio ma, anzi, avevo dato un congruo preavviso, invitando altresì il Presidente del tribunale a provvedere alla mia sostituzione dal 9 maggio 2005 in poi.”


Con sentenza depositata il 16.4.2008 il Tribunale dell’Aquila mi infliggeva una seconda condanna ad ulteriori cinque mesi di reclusione nel secondo processo.


Il 17 febbraio del corrente anno 2009, però, la Corte di Cassazione ha annullato, senza rinvio, la prima sentenza di condanna, affermando che “il fatto non sussiste”, e cioè che non esiste alcuna udienza che sia mai stata omessa o rifiutata, dal momento che sono stato sempre sostituito da altro magistrato in seguito al mio preannunciato rifiuto.


A questo punto, anziché prendere atto del giudicato a me favorevole e procedere, dunque, alla rapida definizione del procedimento disciplinare, a causa del quale sto patendo una sospensione cautelare che si protrae dalla bellezza di 4 anni, sono iniziate le consuete “grandi manovre” per “incastrare” il dr. Luigi Tosti a tutti i costi.


In particolare, il 27 marzo 2009 -cioè dopo appena un mese dalla mia piena assoluzione - è stato promosso dal Sostituto Procuratore Generale dott. Vitaliano(peraltro in barba alla decadenza) un secondo procedimento disciplinare col quale l’originaria accusa è stata “trasformata” con la formulazione di una CICLOPICA, IMMANE e GIGANTESCA MENZOGNA: cioè quella secondo cui mi sarei rifiutato di tenere un certo numero di udienze (per la precisione quelle dell’8, 12 e 13 luglio, del 27 settembre, del 3 e 14 ottobre, del 15 novembre 2005, del 4 e 16 gennaio 2006) senza dare alcun congruo preavviso, per la precisione “con “dichiarazioni di rifiuto” di tenere le udienze rese sovente nello stesso giorno di trattazione, così determinando la necessità di immediate sostituzioni”.


Ma non è tutto. Con atto datato 22.9.2009 il Sost. Proc. Gen. dr. Eduardo Scardaccione, dopo aver unificato entrambi i procedimenti disciplinari perché “i fatti materiali posti a base dei due procedimenti e le relative motivazioni sono identici” (il che è verissimo) ha modificato la prima incolpazione adattandola, sempre in barba alla maturata decadenza, alla seconda incolpazione, asserendo che le “le (mie) dichiarazioni di “rifiuto” di tenere l’udienza (sono state) manifestate nello stesso giorno o nell’immediata prossimità, così determinando la necessità delle relative sostituzioni, grave perturbamento dell’attività di ufficio ed estrema difficoltà del proseguimento dell’attività giurisdizionale”.


Il che, tradotto in termini espliciti, significa che si vuol far affermare, da un qualche giudice, che il “povero” Presidente dr. Aldo Alocchi AVREBBE APPRESO DELLA MIA INTENZIONE DI RIFIUTARMI DI TENERE L’UDIENZA DEL 9 MAGGIO 2005 solo il giorno 9 maggio, e che COSI’ SAREBBE AVVENUTO POI PER TUTTE LE SUCCESSIVE UDIENZE, DAL MOMENTO CHE IL MIO CAPO UFFICIO AVREBBE APPRESO LA MIA INTENZIONE DI NON TENERE LE UDIENZE SOLO ALL’ULTIMO MOMENTO, CIOE’ LEGGENDO LE MIE “DICHIARAZIONI DI RIFIUTO”, “MANIFESTATE LO STESSO GIORNO DELL’UDIENZA O NELL’IMMEDIATA PROSSIMITA’”.


Si vuol dunque sostenere che il dr. Alocchi sarebbe stato costretto, in fretta e furia, a provvedere alla mia estemporanea, improvvisa, imprevista, imprevedibile e improvvida défaillance, con grave perturbamento dell’attività giurisdizionale.


Di fronte a questa modificazione dell’originaria accusa, che evoca la sempre attuale favola del lupo e dell’agnello, non posso non complimentarmi.


Complimenti, soprattutto, per aver preso la palla al balzo, cioè per aver approfittato della mia tesi difensiva, secondo cui avrei potuto essere censurato solo se “avessi iniziato ad astenermi di punto in bianco, creando così un disservizio”- per costruire una MENZOGNA CICLOPICA in sostituzione dei fatti contestatimi nell’originaria incolpazione, che erano del tutto corretti e del tutto CONFORMI A VERITA’, ma che si profilavano però molto traballanti dopo la sentenza della Cassazione che mi ha assolto.


Ebbene, il dr. Tosti fa presente di non esser più intenzionato a subire, supinamente e senza reagire nelle debite sedi penali, le persecuzioni ispirate dalle strategie vessatorie della favola del lupo e dell’agnello. Ho già sperimentato recentemente questa strategia persecutoria nel procedimento disciplinare promosso dall’esimio Ministro Mastella, laddove l’incolpazione mi è stata modificata per ben quattro volte, man mano che dimostravo l’insulsa inconsistenza di ognuna di essa, per poi appiopparmi, alla fine, la CICLOPICA MENZOGNA SECONDO CUI IL MIO RIFIUTO DI PRESENZIARE ALLE UDIENZE PENALI, SE NON FOSSERO STATI RIMOSSI I CROCIFISSI O AGGIUNTE LE MENORA’ EBRAICHE, ERA OFFENSIVO DEI GIUDICI AQUILANI PERCHE’....... “APRIORISTICO”, CIOE’ VOLTO AD AFFERMARE CHE....... RIFIUTAVO “A PRIORI” DI ESSERE GIUDICATO DA “QUEI” GIUDICI PERCHE’ .......ERANO INDEGNI DI GIUDICARMI!!!!!!!


Della serie: un cittadino che si dichiara disposto ad essere processato dai giudici, purché tolgano i crocifissi o aggiungano altri simboli, manifesterebbe per ciò stesso un “rifiuto aprioristico oltraggioso dei giudici”, e non già -come appare evidente- la totale disponibilità di essere processato da quegli stessi giudici, purché tolgano i criminali simboli dalle aule.


Il dr. Tosti è oramai arcistufo di dover subire queste vessazioni, questi comportamenti dove gli si appioppano, deliberatamente, delle menzogne ciclopiche, man mano che egli dimostra la falsità o l’infondatezza delle accuse originarie.


Ma con quale impudenza e sfrontatezza -mi chiedo- si potrà mai affermare, nella futura sentenza di condanna disciplinare, che le mie “dichiarazioni di rifiuto” -dove faccio esplicito riferimento alla lettera-ultimatum del 1° maggio 2005- integrino un rifiuto..... improvviso, inconsulto ed estemporaneo? Ma non esiste, agli atti, la lettera del 1° maggio 2005 dove preannuncio, con larghissimo anticipo, che mi rifiuterò di tenere le udienza “dal 9 maggio in poi”? E allora? Perché mi si appioppa questa calunniosa e sporca accusa?


E con quale impudenza si potrà mai affermare che il Presidente del Tribunale dr. Aldo Alocchi sia “caduto dalle nuvole” quando il 9 maggio mi sono rifiutato di tenere quell’udienza? C’è qualche giudice del CSM disposto a scrivere una siffatta deliberata menzogna nella sentenza? E con quale criminale arroganza si potrà scrivere nella sentenza che il dr. Aldo Alocchi sia “caduto dalle nuvole” anche in occasione delle successive udienze se è vero -come è inconfutabilmente vero- che questi rifiuti sono stati da me preannunciati nella lettera ultimatum del 1° maggio 2005, nella quale ho espressamente dichiarato che mi sarei astenuto dal 9 maggio in poi dal tenere le udienze se non fosse stata accolta una delle due mie richieste, con espresso invito a provvedere alla mia sostituzione per garantire il servizio?


E con quale sfrontatezza si potrà affermare che le sostituzioni sono state effettuate all’ultimo momento, se risulta invece da una “tonnellata” di documenti che il Presidente dr. Aldo Alocchi provvide ad emanare sin dal 20 maggio 2005 delle ordinanze con le quali, dopo aver dato atto del mio rifiuto ad oltranza, provvedeva a che venissi permanentemente sostituito da altri magistrati per TUTTE LE FUTURE udienze?


Suvvia, un minimo di serietà. Non cercate di arrampicarvi sugli specchi e pensate, semmai, a chiudere rapidamente la procedura disciplinare, che sta arrecando un danno all’erario.


Non chiedo mica l’archiviazione. No, anzi, caldeggio -come ho fatto sin dall’inizio- il mio immediato rinvio al giudizio della Sezione Disciplinare, alla quale caldeggierò la mia esemplare condanna, ma non per fatti falsi e calunniosi, come quello di........ non aver dato un congruo preavviso!


Tra l’altro, rilevo ed eccepisco che il P.G. era decaduto dalla nuova incolpazione, sia con riferimento al secondo procedimento disciplinare che con riferimento al primo. La procura Generale della Cassazione, infatti, era a pienissima conoscenza dei fatti che mi vengono oggi imputati, come risulta dagli atti versati nella procedura di sospensione cautelare, laddove sono ben presenti le mie “dichiarazioni di rifiuto”. Se la Procura Generale avesse voluto ravvisare in queste mie dichiarazioni di rifiuto un qualche motivo di censura, in quanto “tardive”, avrebbe dovuto muovermi quella contestazione entro il 2006, e non con ben TRE ANNI di ritardo!!!!


E non posso esimermi dall’evidenziare che io non ero neppure tenuto a rendere queste “dichiarazioni di rifiuto”, dal momento che avevo già preannunciato nella lettera del 1° maggio che mi sarei rifiutato di tenere le udienze dal 9 maggio in poi, sicché era onere del Presidente provvedere (come in effetti ha fatto) alla mia sostituzione, né più né meno di quanto avrebbe dovuto fare nell’ipotesi in cui mi fossi dovuto assentare per malattia o per altra causa.


E non posso esimermi dall’evidenziare che agli atti vi è anche la richiesta del Dr. Alocchi, indirizzata al Presidente della Corte dorica, con la quale ha caldeggiato l’applicazione di altro magistrato per sopperire alla mia sostituzione, sicché è francamente intollerabile che, traendo lo spunto da mie tesi difensive, si cerchi di “incastrarmi” con la falsa accusa di essermi rifiutato di tenere le udienze con dichiarazioni rese...... all’ultimo momento!!!!


E non posso neppure esimermi dall’evidenziare che NESSUNO dei provvedimenti con i quali il dr. Alocchi ha disposto la mia sostituzione scaturisce, in realtà, dalle mie “dichiarazioni di rifiuto”: in realtà, come acclarato dal giudicato penale, il dr. Alocchi ha provveduto a disporre la mia sostituzione in via preventiva e con provvedimenti autonomi e svincolati dalle mie “dichiarazioni di rifiuto”, al punto tale che per poter tenere “quelle” udienze sarebbe stato necessario un provvedimento di “revoca” da parte dello stesso Presidente. Il che evidenzia che lo scopo delle mie “dichiarazioni di rifiuto” non era quello -a dir poco assurdo- di “informare” il Capo Ufficio di una mia “improvvisa” e inconsulta “defaillance”, ma quello di far attestare che io, quei giorni, ero regolarmente presente in ufficio (e non a trastullarmi a casa) e che ero disposto a riprendere la trattazione delle udienze, se solo fosse stata accolta una delle due mie richieste.


Quindi, la presente procedura disciplinare non ha bisogno di inquinamenti o di escamotages da lupi fedriani per “incastrarmi” con false accuse, ma soltanto di essere definita rapidamente, visto e considerato che i fatti sono documentali e visto e considerato che il CSM ha già sviscerato in modo compiuto la materia del contendere con la diffusa e motivatissima ordinanza del 31.1.2006 con la quale è stata disposta la mia sospensione cautelare.


Se si vuole deliberare la mia condanna -come mi auguro ardentemente- non c’è nemmeno bisogno di lavorare: basta intestare come “sentenza” quell’ordinanza ed applicare poi la sanzione che, spero vivamente, sarà quella della rimozione dalla magistratura del giudice ebreo.


D’altro canto, visto che le più Alte cariche istituzionali della Repubblica Pontificia Italiana (in ordine decrescente: Pontefice, Presidente della CEI, Presidente del Consiglio, Presidente della Repubblica, Presidenti della Camera e del Senato, parlamentari di destra, di sinistra, di centro, di sotto e di sopra, Amministrazioni Regionali, Province, Amministrazioni Comunali, RAI, Mediaset, Comunità Montane, Consorzi di bonifica, bagnini etc.) hanno già all’unisono decretato che i giudici della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sono “ubriaconi”, che “il crocifisso non si tocca”, e che coloro che non lo vogliono “debbono morire”, sarà pure ora che il braccio secolare della Chiesa si dia da fare contro questo arrogante giudice ebreo, che tanto sconcerto ha gettato nella sana opinione pubblica italiana.


E dal momento che questo sporco ebreo non ha alcuna intenzione di recedere dal suo rifiuto di tenere le udienze sotto l’ombra di un idolo macabro ed orrifico, che gronda di criminalità e di sangue e che costituisce un insulto e un oltraggio alla memoria e alla dignità di centinaia di milioni di esseri umani che sono stati sterminati, torturati, ghettizzati, perseguitati, schiavizzati, arsi sui roghi, incarcerati, emarginati, vilipesi dalla Chiesa Cattolica e dai suoi accoliti, non resta altra alternativa praticabile se non quella di “rimuovere” dalle aule di giustizia lo sporco giudice giudeo: i “roghi”, le camere a gas e i forni crematori sono oramai passati di moda, anche se il futuro lascia ben sperare per un ritorno di "fiamma".


CONCLUDENDO:


1°) eccepisco la decadenza del P.G. sia per ciò che concerne la seconda incolpazione (n. 37/2009) che per ciò che concerne la prima incolpazione (n. 22/05) nel testo “modificato” dalla nuova contestazione del 22.9.2009;


2°) chiedo che il Presidente dr. Aldo Alocchi venga escusso perché confermi come sia vero che egli ricevette la lettera ultimatum del 1° maggio 2005 e, dunque, provvide a tutte le mie sostituzioni indipendentemente dalle “dichiarazioni di rifiuto” a mia firma che, oltre tutto, gli venivano comunicate dalla Cancelleria sovente con giorni di ritardo; perché confermi di aver chiesto al Presidente della Corte l’applicazione di altro magistrato di tribunale viciniore per sopperire ai miei rifiuti; perché confermi se sia o meno vero che deliberò variazioni tabellari, conferendomi ulteriori incarichi per compensare il minor carico di incombenze che derivava dai miei rifiuti;


3°) chiedo che vengano acquisiti tutti i provvedimenti di mia sostituzione -sia generali che particolari- riferiti a tutte le udienze di cui risulto incolpato;


4°) in considerazione della circostanza che risulta ancora pendente la pregiudiziale penale relativa al secondo procedimento disciplinare, chiedo la sospensione di questo secondo procedimento (risulto infatti ancora gravato da una condanna a cinque mesi di reclusione e debbo ragionevolmente presumere che il mio appello sarà dichiarato inammissibile, perché “tardivo”, con conseguente passaggio in giudicato della condanna);


5°) chiedo il mio immediato rinvio a giudizio per il primo procedimento disciplinare;


6°) dal momento che il Procuratore della Repubblica de L’Aquila ha dichiarato che tutte le segnalazioni effettuate alla Procura Generale della Cassazione, relative ai fatti di rilievo disciplinare scrutinati nel secondo processo penale, risultano “disperse” a causa del terremoto, chiedo che la P.G. della Cassazione me ne rilasci immediata copia per consentirmi la verifica della decadenza del Procuratore Generale dall’azione disciplinare esercitata nel 2° procedimento (n. 37/2009).


Per doverosa chiarezza e franchezza -e per eliminare qualsiasi dubbio sulla volontarietà o involontarietà di comportamenti persecutori- preannuncio che mi tutelerò in sede penale nell’ipotesi in cui venga fatto oggetto di abusi d’ufficio perpetrati allo scopo di nuocermi: non intendo più tollerare atti intenzionali di prevaricazione e, in particolare, condanne per fatti falsi e infamanti.

Spero di essere stato sufficientemente chiaro ed esplicito.

Copia della presente memoria indirizzo alla Procura della Repubblica di Roma, acciocché ipotetiche mie future denunce non abbiano ad essere cestinate per “difetto di dolo”.

Sperando nuovamente di essere stato chiaro, porgo i saluti più deferenti.

Rimini, li 18 novembre 2009.

Luigi Tosti

tosti.luigi@yahoo.it

Fonte: http://tostiluigi.blogspot.com


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