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domenica, ottobre 11, 2015

 

Un’arrampicata sugli specchi di ordine superiore - di Fiorenzo Nacciariti


Il 9 ottobre 2015, dalle ore 16 alle ore 19,30, si è svolto, presso la sala consiliare del comune di Senigallia, un convegno di studi su Franco Rodano dal titolo “La Politica tra Eredità Culturale e Testimonianza Civile”, promosso da Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e Associazione Nazionale Partigiani Cristiani.

La sala consiliare del comune di Senigallia era stracolma di storici, politici, militari, vescovo e persino un prete, più un numero imprecisato di preti allo stato laicale con moglie al seguito, sicuramente uno: Gianni Gennari.

Atmosfera tranquilla e cordiale, qualche incertezza per il ritardo della massima autorità della serata ma senza alcun dramma. Riadattato il programma, in un clima di grande concordia sono intervenuti:
Massimo Papini, Presidente Istituto Storia Marche, su FRANCO RODANO CATTOLICO COMUNISTA.
Alessandro Bianchini, Presidente ANPI provincia di Ancona, su I PARTIGIANI NELLE MARCHE E DALLE MARCHE.
Ernesto Preziosi, Storico e Studioso dei Movimenti politici, su LA FUCI, RODANO, ALDO MORO.
Marisa Cinciari Rodano, Moglie e partigiana, su A FIANCO DI FRANCO RODANO.
Gianni Gennari, Giornalista teologo, su LA SPIRITUALITÀ DI FRANCO RODANO.
Paolo Guerrini, già Senatore della Repubblica, su RODANO E IL PARTITO.
Giancarlo Galeazzi, Professore Università Carlo Bo di Urbino, su RODANO, IL SEGNO DELLA LAICITÀ TRA POLITICA E RELIGIONE.
Ha concluso i lavori Claudio De Vincenti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’unico intervento che ho applaudito è stato quello di Marisa Cinciari Rodano. Il motivo per cui ho applaudito calorosamente non consiste nella mia adesione alle sue idee o a quelle del marito, ma consiste nella mia gratitudine alla sua onestà intellettuale.

Ernesto Preziosi aveva introdotto la presenza del cadavere nell’armadio in maniera assai fumosa e aveva evocato una sua lontana parente, la Rerum Novarum.

Solo la Signora Marisa Cinciari Rodano ha avuto il coraggio di chiamare il cadavere per nome: Scomunica.

E qui l’arrampicata sugli specchi dei cattocomunisti diviene veramente di ordine superiore, una vera “acrobazia impossibile”.

Questi signori hanno veramente delle belle pretese. Pretenderebbero che fossero vere e tutte contemporaneamente le seguenti affermazioni:

Nella parola cattocomunista, cattolico è il sostantivo e comunista è l’aggettivo; I cattocomunisti erano sia cattolici che comunisti, cattolici in religione e comunisti in politica; I cattocomunisti erano cattolici scomunicati in religione e comunisti antisovietici in politica da quando la nuova costituzione sovietica aveva introdotto l’ateismo di Stato; Cionondimeno I cattocomunisti erano perfettamente cattolici e perfettamente comunisti!

Insomma, un bel “pastrocchio nell’oceano”.
Oggi essi pretendono di essere chiamati “cattolici comunisti” per quello che riguarda il loro passato e PD per quello che riguarda il loro presente, ovverosia, per dirla con Giancarlo Nobile, il “figlio del più grande equivoco politico italiano.”

Vagamente penso alla proposta di Ennio Montesi.

Più specificamente mi stuzzica l’idea di un’Associazione o un’Unione di Antifascisti Acattolici. Altrimenti chi difenderà coloro che hanno maggiormente versato lacrime e sangue nella lotta al fascismo già dal 1922 (tempo in cui i cattolici, l’antifascismo neanche se lo sognavano) quando il “figlio del più grande equivoco politico italiano” si sarà ingoiato le associazioni partigiane e le avrà ridotte a docili pecorelle che elevano lodi all’intervento della “grazia” per il suo inconfutabile ed esclusivo intervento nella liberazione dal nazifascismo?

Falconara Marittima, 9 ottobre 2015

Fiorenzo Nacciariti


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